L'esordio nel lungometraggio di finzione di Walter Veltroni veste i panni del road movie: un'opera che scorre sotto le ruote di un Maggiolino cabriolet con passeggeri molti diversi tra loro. "C'è tempo" è un abile gioco di specchi, una storia di fratelli che si scoprono tali dopo un evento drammatico, fratelli che riflettono uno nell'altro le proprie solitudini e che si scoprono, anche se apparentemente agli antipodi, accomunati da un sentire condiviso di esperienze e di emozioni.
Una vacanza a Gaeta per conoscersi, per raccontare l’inconfessato, con tutte le difficoltà del caso. La nuova commedia che segue al riuscito “Moglie e marito” getta uno sguardo su tematiche di assoluta attualità, facendosi foriero di ineludibili riflessioni sui rapporti sociali ed interpersonali.
Non è facile essere un giornalista. Sempre alla ricerca della notizia perfetta e selezionatore attento di parole e immagini mentali, il reporter è un costruttore di universi letterari ristretti in poche colonne con cui raccontare eventi capaci di attirare l’attenzione e scuotere il pensiero comune.
“Il giovane Karl Marx”: si ritrova già nel titolo e in quell’enfasi sull’epiteto “il giovane” la volontà di sottolineare quanto quello che il pubblico si appresta a incontrare sullo schermo non è il Karl Marx che noi tutti ricordiamo.
“È meraviglioso, è meraviglioso fare parte di un team”; è un refrain incalzante, martellante, che ti entra in testa senza lasciarti più. E poi, quando credevi che finalmente il peggio fosse passato, ecco che ti siedi sulla tua poltrona in sala, le luci si abbassano e il motivetto che credevi aver debellato dalla tua memoria si ripropone in tutta la sua potenza facendo ancora una volta da main theme all’opening scene di The Lego Movie 2.
«We could be hero, just for one day»; «possiamo essere eroi anche per un giorno» cantava David Bowie, e Giovanna (Paola Cortellesi) in Ma cosa ci dice il cervello eroina lo è tutti i giorni. Un’eroina in incognito, senza superpoteri, nascosta dietro la falsa maschera dell’anonima impiegata al ministero. Ma tra le sue mani non troverete buste paga, o ritenute di acconto, bensì cellulari, computer, e strumentazioni varie che possono aiutarla nello svolgimento di quella che è la sua vera missione: difendere la sicurezza dei cittadini italiani.
Mateo passa le sue giornate nel barrio, tra un furtarello e una intimidazione. Il suo orizzonte temporale e le sue aspettative di vita non vanno oltre il tramonto e i giorni trascorrono sempre uguali e senza scopo.
Francesco Invernizzi, regista di documentari d'arte, tra cui Bernini e Leonardo Cinquecento, regala al pubblico un lavoro di abbacinante bellezza; e se è vero quello che disse Picasso "Dopo la preistoria, l'arte è stata solo decadenza", la polvere, le rocce e la consistenza materica dei Sassi più celebri del mondo, sono un esempio cristallino di geologia esistenziale, fuori dal tempo, ma soprattutto sopra il tempo.
Katja sognava una vita serena con la propria famiglia, ma quel sogno viene spezzato a causa di un attentato, in Germania, che le strappa il marito Nuri e il figlio Rocco. La donna, in un primo momento, si affida a Danilo Fava, suo legale e amico di Nuri e riesce ad affrontare il processo e a reagire apparentemente all’accaduto, anche grazie al sostegno di parenti e amici, processo durante il quale è costretta ad affrontare ogni particolare di quel tragico evento; la giustizia, però, troppo lenta, non sempre sta dalla parte delle vittime perchè la difesa tenta in tutti i modi di screditare la sua testimonianza e di mettere in dubbio l’integrità morale del marito che in passato è stato uno spacciatore. Katja si è data all’uso di stupefacenti e, col passare del tempo, si abbandona alla disperazione e all’abisso. Un giorno - mentre si trova di fronte al mare in compagnia della solitudine e nell’attesa che si riaprano le porte del tribunale perchè, forse, sono state trovate nuove prove - decide di cercare ossessivamente gli assassini dei propri cari, trasformandosi in un angelo vendicatore e di far provare alla coppia di neonazisti accusati di aver innescato la bomba lo stesso dolore e tormento che lei stessa ha dovuto sopportare fino a un epilogo poco consolatorio per chi non lo fraintende.
Una donna di quasi ottant’anni torna nella sua terra d’origine accompagnata dal figlio e dalla nipote. Siamo in Làpponia, conosciuta anche come terra dei sàmi. L’occasione è triste, perché si celebra il funerale della sorella. Nonostante ciò la donna non sembra tradire emozioni, ma desidera solo tornare presto a casa. Rifiutata l’ospitalità dei parenti, si rifugia in un albergo dove si perde in un ricordo che la riporta negli anni 30, quando aveva quattordici anni e veniva chiamata con il suo vero nome: Elle Marje.
Aveva solo 15 anni Giuseppe di Matteo quando, l’11 gennaio 1995, venne strangolato e sciolto nell’acido dal clan dei fratelli Brusca a Capaci. La sua colpa? Essere il figlio di un pentito di mafia. Ecco il grembo creativo in cui si è sviluppata l’idea di “Sicilian Ghost Story”.
Uno dei più grandi insegnamenti lasciatoci dai “Goonies” è quello di tenere vivo il nostro bambino interiore. Solo così saremo in grado di affrontare a testa alta le ingiustizie e brutture della vita. Un fanciullino nutrito non a merendine, ma di sogni e ambizioni. Fa niente se sei un po’ strambo o timido, impacciato o silenzioso; prendendo in prestito la massima disneyana del “se lo sogni, puoi farlo” tutti, con un po’ di coraggio e tanta curiosità, possono raggiungere i propri obiettivi.
Dopo le convincenti prove di Alì ha gli occhi azzurri e Fiore, Claudio Giovannesi, appoggiandosi al robusto testo di Roberto Saviano, torna su territori cari quali l’adolescenza, la perdita dell’innocenza, la criminalità precoce.
Nel suo “Paisà” (1946) Roberto Rossellini rifuggiva dall’impiego di inquadrature ristrette così da poter dar vita a un film corale, fatto di unione, impegno solidale, e non di singoli eroi. In maniera del tutto speculare con Terra Bruciata! il regista Luca Gianfrancesco riesce a ottenere lo stesso risultato impiegando proprio quei primi piani tanto evitati dal regista neorealista.