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Dolcissime: la leggerezza della rinascita

Sognare è come lasciarsi cullare dall’acqua. Vaghi leggera, senza pensieri. Nel sogno, come sott’acqua, siamo tutti uguali, ci muoviamo con leggerezza dimenticandoci per un attimo del mondo circostante. Il sogno di Mariagrazia, Chiara e Letizia è quello di essere viste per quelle che sono dentro, e non per i chili in più. Nuotano, danzano, si sentono libere di essere loro stesse, senza circondarsi di quella bolla di sapone che le isola dagli altri, un guscio protettivo creato e induritosi nel tempo per lenire le offese e gli attacchi ricevuti. Una barriera che è anche zavorra, che le ragazze si portano sulla schiena come i chili che le fanno sudare, mozzare il respiro, colare a picco nell’oceano delle proprie tempeste.

Favolacce

Periferia di Roma, estate, clima vacanziero, tensioni familiari represse. La scena è illustrata da una voce narrante che racconta di un diario ritrovato tra i rifiuti. Spiccano alcune figure: i Placido, papà Bruno e mamma Dalia, la cui felicità è in equilibrio sulla costante violenza psicologica e fisica che il padre nutre a scapito di Dennis e Alessia, i sin troppo quieti figli. C’è poi la famiglia Rosa, con papà Pietro che proietta lo stress del suo piccolo successo lavorativo sulla bellezza dell’introversa figlia Viola. C’è il più modesto Amelio Guerrini, che fa il cameriere e vive in un camper assieme al figlio, il timido Geremia, al quale è legato da un affetto quasi infantile. C’è poi Ada, poco più di una ragazzina, che è incinta di un ragazzo col quale cerca una via di fuga.

Il giorno più bello del mondo: alla ricerca della “gioia pura”

Siani ci porta in una favola bella che racconta la magia e l’arte. Arte intesa come “gioia pura” che l’artista offre agli spettatori così che questi per poche ore possono dimenticare tutte le miserie della vita. Poco male se l’artista in quanto tale è costretto a vivere una vita piena di tribolazione con un teatro e una compagnia che cascano a pezzi. Ogni artista nel suo percorso ha diritto almeno ad un incontro fortunato che può cambiargli la vita. Per l’impresario Arturo Meraviglia (Siani) l’incontro fortunato avviene con Gioele, un bambino dai poteri segreti che magicamente riuscirà a portare “Gioia Pura” nella vita del protagonista, al teatro, agli spettatori e a noi, in una commedia riuscitissima che colpisce appieno l’obiettivo e per alcune ore ci fa fluttuare nella Meraviglia delle luci e delle magie del film e dimenticare tutto quello che c’è fuori.

Padrenostro

Personaggi e archetipi sifondono nella ricostruzione di una lacerazione interiore provocata da un trauma della nostra recente storia politica; Noce posiziona lo spettatore nel ruolo duplice del figlio e del genitore, con efficacia e pochi cedimenti.