Sognare è come lasciarsi cullare dall’acqua. Vaghi leggera, senza pensieri. Nel sogno, come sott’acqua, siamo tutti uguali, ci muoviamo con leggerezza dimenticandoci per un attimo del mondo circostante. Il sogno di Mariagrazia, Chiara e Letizia è quello di essere viste per quelle che sono dentro, e non per i chili in più. Nuotano, danzano, si sentono libere di essere loro stesse, senza circondarsi di quella bolla di sapone che le isola dagli altri, un guscio protettivo creato e induritosi nel tempo per lenire le offese e gli attacchi ricevuti. Una barriera che è anche zavorra, che le ragazze si portano sulla schiena come i chili che le fanno sudare, mozzare il respiro, colare a picco nell’oceano delle proprie tempeste.
Dacca 2011 - Créteil, Parigi 2015. In quest’arco di tempo si dipana l’avventura di due profughi. Nura Mohammad è costretto ad abbandonare il Bangladesh col figlio Fahim di otto anni, e un talento per gli scacchi, per le sue convinzioni politiche. Il piccolo lascia tra le lacrime il resto della famiglia. Con dolcezza Nura lo convince a partire con la promessa di fargli incontrare in occidente un grande maestro. Passata la difficile frontiera indiana, il viaggio prosegue tra mille difficoltà, fino all’agognato aereo e alla grande capitale. Dove li aspettano mille difficoltà. L’asilo politico è sempre rifiutato; accolti in centri per rifugiati dalla Croce Rossa, non parlano francese, sono costretti a vivere di piccoli lavori precari. Finché qualcuno nota l’interesse e le capacità di Fahim e lo iscrive al Centro scacchistico di Créteil. Sylvain Charpentier, il maestro campione di scacchi dal grande cuore, lo accoglie ruvidamente: sospetto e attrazione reciproche non impediscono che nasca una franca amicizia. Con la sincerità e il veloce apprendimento dei bimbi, il piccolo impara ben presto le regole del gioco e della vita nel nuovo Paese. Iscritto al campionato di Francia di scacchi, sbaraglia tutti i concorrenti. Ma può un clandestino essere il campione di Francia?