#Anne Frank - Vite parallele. Il film per le scuole dedicato all’indimenticabile diario

La tragedia della Shoah e dei campi di concentramento, raccontata attraverso la lettura di alcuni brani particolarmente significativi dell’indimenticabile Diario di Anne Frank, recitati dal premio Oscar Helen Mirren. A fare da sfondo, una accurata ricostruzione della piccola camera da letto che per più due anni ospitò la giovane scrittrice.
Il monologo della Mirren è intercalato dalle testimonianze di cinque donne sopravvissute all’orrore, Arianna Szörenyi, Sarah Lichtsztejn-Montard, Helga Weiss, le sorelle Andra e Tatiana Bucci e dal contributo di esperti e storici.
Contemporaneamente la giovane Kat è ripresa mentre ricerca le tracce dell’Olocausto in giro per l’Europa. Visitando prima il lager di Bergen Belsen (dove Anne e sua sorella Margot trovarono la fine) e poi il Memoriale della Shoah di Parigi, si interroga sul perché di tutto questo orrore.
Kat conclude il suo viaggio solitario nella famosa casa di Anne Frank a Prinsengracht (Amsterdam). Lì incontra Helen Mirren e in un metaforico abbraccio finale con l’attrice inglese completa il suo percorso interiore, chiudendo un cerchio ideale tra passato e presente.
Frutto di una collaborazione fra 3D Produzioni, Nexo Digital e Rai Cinema,
#AnneFrank – Vite Parallele ci ricorda l’importanza e il dovere di trasmettere ai giovani l’orrore dell’Olocausto a novant’anni dalla nascita di Anne Frank.
Il film, scritto e diretto dalle giornaliste Sabina Fedeli e Anna Migotto, racconta la shoah per mezzo di parallelismi: vi è il percorso interiore di Kat (Martina Gatti) adolescente come lo era Anne. La ragazza instaura un dialogo immaginario con Anne, appuntando sulla propria pagina Instagram pensieri ed emozioni, come fosse un diario cartaceo, e creando un ponte tra passato, presente e futuro.
Un secondo parallelismo è ricercato tra le testimonianze delle cinque sopravvissute e Anne che all’epoca della shoah aveva un’età simile ma che a differenza loro non ha potuto narrarci la vita nel lager con tutti i suoi tormenti e dolori. I loro ricordi e gli intensi racconti continuano e concludono idealmente la narrazione che Anne aveva dovuto interrompere a causa della deportazione nel lager e ci trasmettono una grandissima umanità, capacità di resistenza e attaccamento alla vita per nulla scalfita dagli anni passati.
Un lavoro complesso #Anne Frank – Vite Parallele che apre diversi filoni interpretativi e ci invita a riflettere e a interrogarci: cosa sarebbe stato di tutti quei potenziali talenti ancora bambini e adolescenti come Anne distrutti dalla follia omicida dei nazisti? Quanti futuri grandi scrittori, giornalisti e artisti sono stati perduti in questo orribile modo? Come preservare la memoria della shoah una volta che saranno scomparsi gli ultimi testimoni diretti in una fase storica e sociale particolarmente complessa, caratterizzata da forti tensioni sociali, grandi migrazioni e inquietanti segnali di un ritorno di antisemitismo?
Attraverso la preziosa narrazione dei sopravvissuti, la ricchezza di informazioni e l’uso di rare immagini d’epoca (particolarmente significativi i filmati che ritraggono Anne ad Amsterdam) il film può risultare un valido aiuto alla sensibilizzazione e formazione dei ragazzi in età scolastica (richiedi qui una proiezione ad hoc per il tuo istituto).
Come ci ricorda il film, l’immagine altamente simbolica di Anne è stata recentemente usata come strumento di scherno nei confronti dei tifosi rivali negli stadi di calcio italiani.
Nel film le emozioni dei protagonisti ricoprono un ruolo centrale: vi è la dimensione di un dolore così profondo da non poter essere sopportato esclusivamente da chi l’ha vissuto in prima persona, ma che continua a scorrere nel sangue dei figli e dei nipoti dei deportati. Colpisce in tal senso il tatuaggio del numero identificativo di una deportata riprodotto sul braccio sinistro del giovane nipote che in questo modo condivide il dolore e ne tramanda il ricordo. Ma vi è anche l’incontenibile e sincera gioia di chi, nel sopravvivere all’orrore e poi nel dare la vita ai propri figli, ha compiuto la migliore vendetta nei confronti di coloro che, come unico scopo, avevano il dare la morte.
Ricca di particolari è infine la precisa contestualizzazione storica sia riguardo allo specifico tema Anne Frank che in riferimento alla più generale tematica dell’Olocausto: dalla conferenza di Wansee (1942) nel corso della quale i gerarchi nazisti decisero la soluzione finale della questione ebraica, alla descrizione del ghetto-lager di Terezín in Repubblica Ceca, utilizzato dai tedeschi a fini propagandistici.
Francesco Pellegrini
Il ragazzo Selvaggio
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